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Itinerario alla scoperta della Villa del Marchese di Palombara. La villa, celebre a causa della cosiddetta Porta Magica che oggi si ammira all'interno dei giardini di piazza Vittorio, venne probabilmente realizzata tra il 1655 e il 1680 all'interno di un ampio fondo della famiglia ubicato sul colle dell'Esquilino, un un'area compresa tra la Strada Felice – realizzata da papa Sito V e che congiungeva Santa Croce con Trinità dei Monti - e la via Merulana. L'ingresso ai giardini si doveva trovare prospicienti la basilica di Santa Maria Maggiore e, come si evinice dalla pianta del Nolli, da dove partiva un viale che giungeva all'edificio principale. Questo, dalle rare immagini conservate - doveva essere di almeno 2 piani e con una torretta e con un giardino formale nell'area posteriore. La posizione del casino della villa doveva collocarsi nell'attuale area oggi occupata di piazza Dante dove venne edificato il quartiere di fine Ottocento, la cui realizzazione che causò la demolizione della villa. La villa apparteneva al marchese Massimiliano Savelli Palombara, gentiluomo di Cristina di Svezia e conservatore in Campidoglio per due volte, nel 1651 e nel 1677. Le cronache del tempo lo nominano numerose volte come amante delle arti ed appassionato di alchimia che sviluppava e ricercava in un laboratorio posto al pianterreno del casino edll'Esquilino. Questa passione era più che evidente grazie alle scritte e ai simboli misteriosi che egli fece scolpire nel 1680 su alcune epigrafi, perdute, che ornavano la villa sull'Esquilino. Egli stesso, in alcuni scritti e poesia, magnificava Alcune delle epigrafi gli horti della villa, descrivendoli come un locus amoenus , propiziatore di benessere materiale e spirituale. Un'area della villa era anche dedicato alla coltivazione delle piante officinali. Unica traccia di questa grande passione per l'alchimia del marchese è oggi la Porta Magica che costituisce la sola testimonianza architettonica visibile dopo la trasformazione urbanistica dell'area avvenbuta nel 1873. Demolita la villa ed occupati i giardini dai nuovi edifici, la porta magica venne riassemblata e rimontata su un muro perimetrale della vecchia chiesa di Sant'Eusebio, aggiungendovi ai lati due statue del dio Bes che, originariamente erano ubicati nei giardini del Quirinale.Utili alla comprensione dei simboli alchemici rappresentati sono gli studi dall'archeologo e storico romano Francesco Cancellieri del 1806.
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