Il quartiere prende il nome dall'ing. Adolfo Sebastiani, proprietario nei primi del ‘900 dell'area che, con il nuovo piano edilizio di sviluppo periferico del 1909, prese il suo nome. Il quartiere fu così destinato alle classi agiate, con tipologia a villino e palazzina, e fu realizzato tra il 1917 e il 1922. Si definì così un'elegante zona tra via Rossini, via Paisiello, via Pinciana e piazza Dante e che vide all'opera le più prestigiose firme di architetti dell'epoca. Lungo il percorso si incontreranno il Villino Sebastiani (oggi ambasciata di Grecia) e i villini realizzati per le figlie, villa Valeria del 1916 di Oriolo Ferzotti e il villino Astaldi del 1920 di Foschini e Spaccarelli, quest'ultimo costruito originariamente per la figlia Rosmunda. Poi passeremo a villa Serena e al villino Pincherle di Carlo Pincherle, architetto e pittore, che realizzò il villino per la propria famiglia in via Sgambati e dove vi crebbe il giovane Alberto Moravia. Nel quartiere operarono l'arch. G.B. Milani e Ballio Morpurgo; quest'ultimo costruì all'angolo tra via Vincenzo Bellini e via Giovanni Paisiello il bel Villino Alatri. Giungeremo alla facciata di Villa Clara in via Mercadante opera di Arnaldo Foschini. Dunque la Villa Taverna, poi il villino di Giulio Gra realizzato nel 1928 per la Società Anonima Cooperativa La Casa Familiare a via Mangili. Poi la Villa Parodi Delfino o dei Tre Orologi, magnifico edificio del 1926 di Tullio Passarelli e la villa del Principe Aram d'Abro progettata da Giovanni Sleiter. Termineremo in piazza Verdi dove incontreremo il monumentale palazzo della Zecca.