La  chiesa di Santa Maria della Consolazione al Foro Romano  è uno scrigno di tesori artistici. Situata nel rione Campitelli ai piedi della rupe Tarpea, fu edificata dopo il 1460 e fu chiamata « della consolazione» in ricordo di un evento miracoloso legato al triste destino dei condannati a morte, le cui sentenze venivano eseguite, fino al 1550, proprio nella antistante area della rupe Tarpea. Decorata con pregevoli dipinti a fresco da Antoniazzo Romano nel 1475, cui pure si deve la splendida icona che si trova ancora oggi sull'altare maggiore, la chiesa della Consolazione divenne un luogo assistenziale di grande importanza grazie alla costruzione dell'annesso Ospedale, affidato alla confraternita di Santa Maria delle Grazie, che per tre secoli fu finanziata e protetta dalle più importanti famiglie del patriziato romano. Alla Confraternita aderirono poi anche alcune corporazioni di antichi mestieri quali vignaroli, pecorai, pescivendoli e garzoni degli osti, ottenendo la concessione di cappelle nella Chiesa, che furono decorate nel corso del Cinquecento e Seicento da artisti quali Taddeo Zuccari, Giovanni Baglione e Raffaello da Montelupo. Fu proprio all'Ospedale della Consolazione che il giovane e spiantato Caravaggio venne ricoverato due volte, agli esordi della sua carriera artistica.