Percorso alla scoperta del quartiere originariamente chiamato “Italia” e ubicato tra la via Nomentana, villa Torlonia e piazza Bologna, sorto nell'area prima occupata della villa Massimo. Nacque così entro il 1935, dopo la vendita per speculazione immobiliare dei terreni, un quartiere borghese con caratteristiche di pregio grazie a prestigiosi villini e ambiziosi palazzi disegnati da importanti firme del panorama architettonico capitolino. Sopravvissero fortunatamente, anche se solo in parte, i giardini di villa Torlonia, quelli della contessa di Mirafiori e il casino Massimo. Giunsero nuovi proprietari, ansiosi di far la loro comparsa a Roma e nel quartiere; fu così che iniziò un'ininterrotta sequenza di nuovi edifici a puntellare il nuovo paesaggio che da semi rurale si trasformò in urbano. L'itinerario si articola lungo l'asse di via di Villa Massimo e via G.B. de Rossi e tra le più belle strade alla scoperta degli scorci più caratteristici del primo Novecento romano con qualche opera del periodo post bellico. Ammireremo la Sede dell'Associazione Ferrovieri di Angiolo Mazzoni del 1925-29, il Villino Ferretti di Ugo Giovannozzi 1925/26, la palazzina degli Elci di Florestano di Fausto del 1929/32, una palazzina di Mario Ridolfi del 1934, un edificio di Ugo Luccichenti, la casa abitata da Pirandello, la palazzina dell'Ance, il neobarocco Villino Crespi del 1907, il Casino settecentesco di Villa Massimo, la sorprendente Villa Page Lituania di Pio Piacentini 1910 e infine la Villa Mirafiori, realizzata per ospitare la moglie morganatica di Sua Maestà Vittorio Emanuele II.